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La terapia con la Dipendente Affettiva
Ritrovare “BUSSOLA” e imparare ad amarsi


 

Chi è “Bussola”?

“Bussola” è la parte saggia e adulta, quella vocina interiore che dubita ed è perplessa “ma mi starà dicendo la verità? Qualcosa non torna”, “anche questa volta non ha mantenuto la promessa però”, “cosa stai facendo qui? Davvero non c’è niente di meglio?”, ma è anche una vocina che incoraggia “ce la puoi fare, tante altre volte sei riuscita, non arrenderti”, “cerca dentro di te”, “ti meriti di meglio”..

“Bussola” è quella sensazione di forza che ti avvolge, di sicurezza e contatto con te stesso.. Da lei arriva la forza per rimettersi in piedi, la sensazione di essere sulla strada giusta e l’aiuto per ritrovare la giusta direzione quando ci si sente smarriti. “Bussola” porta serenità e pace, leggerezza e lucidità: ma non senza fatica ovviamente! Lei però sa come fare!

Perché la voce di “Bussola” non si sente?

Quando “Vuoto” sta molto male, le sue urla di protesta coprono la voce di “Bussola”. La priorità diventa calmare “Vuoto”, il più velocemente possibile!

Mettere in pratica i consigli di “Bussola”, con “Vuoto” che soffre e si fa sentire, sembra impossibile. Fa arrabbiare!: “Come può pensare “Bussola” che in un momento del genere, con un dolore tale, io possa farcela da me, senza aiuto?”.

La vocina di “Bussola” diventa sempre più flebile: un po’ coperta da “Vuoto” e un po’ ignorata perché dà consigli troppo difficili da seguire!

Passa così il tempo. La sofferenza e le proteste di “Vuoto” aumentano, diventando assordanti.. e “Bussola” viene dimenticata..

Come ritrovare “Bussola” (la terapia)?

È importante capire da dove arriva il dolore di “Vuoto” e consolarlo.

Quando è nato “Vuoto”? Quali situazioni lo hanno fatto crescere?

Se i bisogni di affetto di “Vuoto” non sono stati riconosciuti e soddisfatti, inizia a crescere in lui una sofferenza profonda, perde la “Bussola” e inizia a cercare delle strategie per ridurre questo dolore, che spesso hanno un costo molto alto. Infatti, quelle che trova non sono magari le migliori soluzioni; sempre più di frequente, però, comportandosi in un certo modo, il dolore di “Vuoto” si allevia, o viene momentaneamente accantonato. “Vuoto” inizia allora a cercare qualcuno che soddisfi i suoi bisogni di affetto. Si sente molto solo e triste, da troppo tempo; così, una volta trovata una persona, sente che deve mantenere la sua vicinanza, a qualunque costo! Preoccupato di sentire ancora quell’antico dolore, “Vuoto”, si rifugia in relazioni che, in alcuni momenti e temporaneamente, tamponano la sua sofferenza.

Molti adulti pur essendo cresciuti e potendo provvedere ai propri bisogni, portano ancora dentro di sé il loro “Vuoto” sofferente.

Nel presente cosa lo risveglia e dà inizio alle proteste di “Vuoto”? Quando arriva “Vuoto”, cosa accade e come si è spinti ad agire? La relazione intrapresa è la migliore strada percorribile per calmare “Vuoto” e farlo sentire al sicuro?

Le lenti che usa “Vuoto” per guardare alla relazione che sta tamponando la sua sofferenza offrono una visione parziale. Indossando le lenti della terapia è possibile ritrovare “Bussola” e leggere tutti quei segnali, prima invisibili, che permettono di valutare ciò che di buono e di sofferente porta con sé una relazione. Forse “Vuoto” potrebbe essersi illuso di aver trovato l’affetto tanto sperato!

“Tu mi fai girar, tu mi fai girar,

come fossi una bambola.

Poi mi butti giù, poi mi butti giù,

come fossi una bambola.

Non ti accorgi quando piango..

Quando sono triste e stanca.. tu,

pensi solo per te”

P. Pravo

 

Compresi questi meccanismi, l’obiettivo finale è ritrovare il proprio equilibrio, permettendo a “Bussola” di prendersi cura di “Vuoto”.

“No ragazzo no, del mio amore non ridere, non ci gioco più,

quando giochi, tu, sai far male da piangere.

Da stasera la mia vita nelle mani di un ragazzo, no! Non la lascerò più!”

P. Pravo


Come trovo qualcuno che riempia il mio “Vuoto”?

Non sempre è facile valutare la persona che abbiamo davanti. Per questo motivo prima di tutto a una persona dovrebbe bastare a se stessa. Tutto quello che una relazione può darle diventa così un valore aggiunto a ciò che già è per se stessa/o.

Cosa devo fare e quanto tempo ci vuole?

Il tempo necessario è quello della consapevolezza. Questa permette di affrontare nuove relazioni ed esperienze guardando ad esse con occhi nuovi. Quando si riuscirà ad allontanare ciò che non fa star bene e mantenere la vicinanza delle relazioni positive, la terapia sarà giunta al termine.

Quando passa la rabbia verso chi mi ha fatto vivere queste mancanze?

Questa è una delle parti più difficili della terapia. Spiegare alle persone cosa è successo e cosa ha fatto sì che “Vuoto” crescesse così tanto. Questo deve avvenire, però, solo nel momento in cui si è sufficientemente sicuri di riuscire a perdonare (e questa è la parte difficile)!

 

Letture consigliate:

  • Dire basta alla dipendenza affettiva – M.C. Deetjens
  • La principessa che credeva nelle favole – M. Grad Powers
  • La felicità del cactus – S. Haywood

 
 
 
Rif. a “Vuoto” e “Bussola” da: “La principessa che aveva fame d’amore”, Maria Chiara Gritti