Home  ›  Genitorialità  ›  Genitorialità e Adolescenza

Genitorialità e Adolescenza
La gestione dei conflitti.


Princìpi di connessione tra genitore e adolescente: in adolescenza non esiste solo il conflitto!

Nella relazione con il figlio adolescente il genitore deve tenere presente che..
  • Tutti i comportamenti hanno un significato, e spesso non è direttamente visibile. Ad esempio, urlare contro il genitore e rifiutarlo, potrebbe essere manifestazione di un senso di inadeguatezza e una richiesta di comprensione e aiuto.
  • Il modo in cui i figli chiedono aiuto cambia nel corso dello sviluppo. Ad esempio, per un adolescente è preferibile fare prima da solo, rischiando di sbagliare, e dopo un arco di tempo variabile, non avendo ricevuto risposte soddisfacenti dai pari, chiedere aiuto al genitore.
  • Il conflitto fa parte delle relazioni. Nel conflitto con il genitore, l’adolescente ha un’occasione preziosa di apprendimento. Impara a regolarsi e regolare la relazione. -L’autonomia non implica la connessione. L’adolescente naturalmente tenderà all’autonomia, a meno che non abbia ancora sperimentato la possibilità di esplorare il mondo da solo.
  • Essere empatici aiuta a trovare un equilibrio tra i propri bisogni e quelli dell’altro. L’adulto è colui che mostra come fare ad argomentare la propria posizione e a trovare un compromesso, e di conseguenza lo insegna.
  • È necessaria la reciprocità!
Motivazione alla terapia.

Spesso le motivazioni e i bisogni percepiti che spingono un genitore a chiedere un aiuto per l’adolescente sono discordanti, almeno in parte, con le motivazioni e i bisogni del figlio/a. Questo accade perché la richiesta del genitore, oltre ad essere espressione di una preoccupazione, è anche portatrice di una difficoltà educativa, che nulla ha a che fare con l’adolescente. L’adolescenza è un periodo di scontri e tentativi di separazione, mossi da un’esigenza sempre più forte di autonomia. Il genitore non si sente più ascoltato ed è spesso rifiutato: è normale quindi chiedersi cosa sia cambiato, perché le strategie educative utilizzate fino a quel momento non vadano più bene, perché la relazione sia cambiata. Tutto questo è normale! È però necessario (e non semplice), per motivare l’adolescente ad accettare un supporto, differenziare bene i propri bisogni di genitore, dai suoi!


Come suggerire a un adolescente uno spazio di ascolto? 

Cos’è uno spazio di ascolto e perché può essere utile? È uno spazio personale, sicuro, in cui è possibile esprimere le proprie opinioni senza essere giudicati. È uno spazio flessibile, gli obiettivi possono essere vari e possono cambiare. Il terapeuta può diventare un mediatore nella relazione con i genitori (apertura dello spazio ai genitori), o una figura con cui confrontarsi su tematiche che con mamma e/o papà non si riescono a discutere.

Il patto con l’adolescente e i genitori. 

Questo patto è fondamentale alla buona riuscita della presa in carico di un adolescente. Il patto consiste nell’offrire all’adolescente:
  • Uno spazio per sé, dove può raccontare ciò che vuole, sotto segreto professionale, 
  • Il terapeuta violerà questo segreto solo in caso di grave pericolo per l’adolescente o per altre persone,
  • Diversamente, ci fossero punti importanti da condividere con il genitore, questo verrebbe esplicitato e motivato, ma è sempre l’adolescente a valutare insieme al terapeuta quando si sente pronto,
  • Ogni qual volta lo ritenga necessario, l’adolescente può portare un nuovo tema di discussione, anche se non era previsto.
Il patto è condiviso in prima seduta, in presenza dei genitori e dev’essere accettato da tutti.