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Chi Sono? Un Identità Autistica
Chi sono io?


Il problema dei modelli.

Crescendo, osservando gli altri e facendo esperienza si cerca di rispondere alla domanda “Chi sono io?”.

Uno dei possibili modi per trovare risposta a questa domanda è guardarsi intorno, confrontarsi con gli altri.

I modelli disponibili però sono dei modelli tipici, ovvero rappresentativi di caratteristiche che, effettivamente, un buon numero di persone posseggono.

Questi modelli però non tengono conto delle diversità, in particolar modo, delle diversità che non sono subito visibili.

Avere un cervello e una mente diversi non è immediatamente visibile e comprensibile per gli altri, e inizialmente nemmeno per se stessi.

Una seconda strategia, che tenta di dare una risposta alla domanda “Chi sono io?”, consiste nell’adeguarsi alla maggioranza. Nello specifico, la domanda sull’identità a cui si risponde è una variante alla precedente, ovvero: “Chi vorrei essere?”.

Pur di sentirsi parte di un gruppo, le persone spesso sono disposte a nascondere, a mascherare, il più possibile ciò che le rende diverse dagli altri.

Tutto ciò che non rientra nel modello viene visto come strano e da modificare, e le persone si adeguano a questa convinzione.

Perché invece non proporre modelli diversi che tengano conto delle diversità?


Una persona autistica a quale modello può ispirarsi per costruire una sua identità di autistico/a?

Le persone coinvolte nella crescita e nell’educazione di una persona autistica dovrebbero:

  •         conoscere e poter offrire un modello coerente a ciò che la persona sente, pensa, prova, percepisce e vive, supportandola nel comprendere come organizzare e gestire gli stimoli interni ed esterni,
  •         soluzioni sostenibili per la persona e la sua mente,

“Gli altri fanno X per ottenere Z,

ma per altre persone, e forse anche per te, è più facile fare Y se vuoi ottenere Z”.

  •        sensibilizzare alla diversità gli ambienti che la persona frequenta: promuovendo comprensione e rispetto reciproco delle reciproche diversità.

“Nella situazione X a te viene da comportarti Z,

spesso però le persone si comportano Y e si aspettano che lo faccia anche tu,

puoi scegliere di comportarti nel modo che ti fa stare meglio: Z o Y.

Le persone a volte non capiscono le nostre scelte, se ti va puoi motivare la tua decisione”.

  •        spiegare e condividere regole di tutela. Molte situazioni sono complesse da riconoscere e interpretare da parte di una mente autistica, è necessario esplicitare possibili rischi e pericoli, spiegando quali possono essere le conseguenze.

“Nella situazione in cui ci sono gli indicatori A, B, C e D (es. compagni ti chiedono di fare qualcosa che nessun altro fa oltre te, persona sconosciuta chiede dove abiti),

potrebbe trattarsi di ….,

in questi casi è meglio se fai X1 o Y1, le cui conseguenze sono X2 e Y2.

So che ti verrebbe di fare Z1, ma potrebbe succedere che Z2

Puoi scegliere tra X1, Y2 e Z2, ma valuta le conseguenze.”

  •        riconoscere e considerare quali sono le motivazioni personali e gli interessi che muovono le decisioni e il comportamento.

Autistico/a ma anche…

Studente. Ha bisogno di comprendere il suo ruolo e scopo all’interno della scuola. Necessita di strumenti adeguati che sostengano il suo apprendimento. Ha bisogno di imparare a relazionarsi e confrontarsi con gli altri.

Adolescente. Ha bisogno di sentirsi autonomo ed essere supportato nel raggiungere l’autonomia. Ha bisogno di sentirsi parte di un gruppo e di crearsi la sua rete di amicizie. Gli occorre imparare a gestire il tempo libero in modo funzionale per lui.

Amante. Ha bisogno di conoscere e sperimentare l’intimità da solo e con l’altro, capire cosa gli piace e cosa evitare, sapere che può scegliere se fare o no un’esperienza. Occorre che abbia nozioni di educazione sessuale che tengano conto delle sue necessità e della fase dello sviluppo sessuale in cui si trova, né troppe informazioni, né troppe poche.

Figlio/a. Ha bisogno di sentire la fiducia e il supporto dei genitori, per poi rivolgersi man mano ai pari quando sarà più grande.

Genitore. Ha bisogno di essere riconosciuto nelle sue competenze e bisogni, supportato e validato. 
 
Lavoratore. Ha bisogno di parità di trattamento, quando possibile, o supporto nell'inserimento lavorativo se necessario (condizione autistica con co-occorrenze). 
 

Molte decisioni saranno prese e molti comportamenti saranno agiti per imitazione del gruppo: non perché sia più semplice o perché sia la cosa migliore per loro…


Ma allora quando viene fuori il mio autismo divento cattivo!?

Spesso i comportamenti non adeguati o le reazioni impulsive sono associate all’autismo, sia da chi sta intorno alla persona, sia dalla persona stessa. Ma una persona non è solo il suo autismo. Ad esempio, può essere un adolescente, impulsivo, che deve ancora imparare a controllarsi.

Penso che mio figlio, quello normale, patisca l’altro che è autistico.

Sicuramente vale viceversa. Ci saranno tantissime cose che per una mente autistica sono poco sopportabili e gestibili. Il punto è conoscersi sempre meglio e sensibilizzarsi alla diversità, imparando a trattarla on rispetto. Questo eviterà di spaventarsi davanti a ciò che non conosciamo e che pensiamo di dover a tutti i costi controllare a modo nostro, non riuscendoci.

Io il richiamo del vaccino non l’ho fatto.

Analisi statistiche hanno ampiamente dimostrato che la probabilità di avere una mente autistica è equivalente in chi si vaccina e in chi non si vaccina: in altre parole, la somministrazione del vaccino non ha alcuna influenza sulla probabilità di essere neurodiversi o neurotipici.

A scuola è un disastro, disimpara le poche cose apprese a casa.

È vero, spesso la scuola con tutte le sue variabili non supporta il lavoro svolto a casa. L’obiettivo però è condividere informazioni e soluzioni con tutta la rete. Se non funziona si trovano altre soluzioni. Possibilmente insieme alla persona interessata!

Io fatico a fare tutto, non riesco ad essere sempre disponibile per i miei figli, ho bisogno dei miei spazi!
Sono un cattivo genitore?
 
Esigenze neurologiche diverse, prevendono regole di gestione e organizzazione delle dinamiche quotidiane differenti. Non ci sono scelte migliori o peggiori; la cosa fondamentale è il rispetto delle esigenze e del benessere di tutti.