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Mangiare con consapevolezza
  


Quanto tempo impieghi per completare un pasto? 
Se ti chiedono “cos’hai mangiato ieri”, sai rispondere? 
Osservi mai cos’hai nel piatto? 
Quando sei a tavola, ti dedichi solo al cibo o fai anche altro?


La vita spesso è molto frenetica e, tra un impegno e l’altro, ci dimentichiamo di soddisfare al meglio i nostri bisogni di base: ad esempio, mangiare.
 
Spesso non abbiamo il tempo di pensare a noi stessi, a nutrire il nostro corpo in modo corretto. È un tempo che è necessario ritagliare, per il nostro benessere.
 
Il pasto dev’essere un momento piacevole, dove gustiamo e assaporiamo ciò che abbiamo nel piatto!
 
Durante le Feste si tende a esagerare a tavola: cenoni, dolci, avanzi da finire, cena con i colleghi, cena con gli amici. Probabilmente, a tutte queste mangiate seguiranno sensi di colpa, immagini di sé che “stonano” davanti allo specchio e diete improvvisate, che di dieta hanno ben poco, se per dieta si intende un regime alimentare sano e sufficiente al fabbisogno calorico giornaliero.
 
Quello che intendo proporvi non è una dieta, ma un modo di mangiare consapevole. Prestare attenzione a cosa mangiamo, può essere fonte di appagamento e diminuire il desiderio di cercare altro cibo; il pasto, inoltre, dovrebbe essere un momento dove ci dedichiamo unicamente al piatto che abbiamo davanti, staccando la nostra mente da tutto il resto.
 
Come fare?
 
Quando mangio devo portare la mia attenzione su:
 
1. I segnali del corpo: mangiare lentamente può aiutarci ad ascoltare i segnali di sazietà che il nostro corpo ci manda quando abbiamo mangiato a sufficienza, oppure i segnali connessi alla fame, quando il cibo non è abbastanza. Spesso si mangia velocemente e in modo distratto: un suggerimento è di appoggiare sul tavolo la posata dopo ogni boccone, per poi riprenderla;
 
2. I miei sensi: (1) vista: osserviamo ciò che abbiamo nel piatto: che colore ha?, che forma ha?, so com'è preparato?; (2) olfatto: l’odore ci può dire molto rispetto a quanto ci appagherà ciò che abbiamo nel piatto, ci sono molteplici profumi che si mescolano, ci piacciono?, cosa ci ricordano?, ci fanno venire l’acquolina in bocca? Quante cose possiamo sentire davanti al nostro piatto.. e non abbiamo ancora iniziato a mangiare!! (3) gusto: il cibo va masticato e tenuto in bocca il tempo necessario perché si possa diffondere il suo sapore. Le nostre papille ci aiuteranno a identificare ogni piccola sfumatura di ciò che assaporiamo, sarà come se stessimo mangiando quel piatto per la prima volta; (4) udito: ciò che mangiamo produce un suono, pensiamo a com’è sgranocchiare un fritto misto, piuttosto che sorseggiare una minestra; (5) tatto: ci permette di esplorare la consistenza di ciò che abbiamo nel piatto o che stiamo preparando. È un senso importantissimo durante lo svezzamento, i bambini infatti amano esplorare ciò che li circonda attraverso le mani, che generalmente conducono ciò che è stato afferrato alla bocca, anch’essa strumento di esplorazione!
 
 
3. I pensieri e le emozioni che guidano il nostro comportamento alimentare: sto mangiando per soddisfare un bisogno primario oppure c’è una motivazione secondaria?: sto male e devo consolarmi, non so quando mangerò di nuovo quindi “faccio il pieno”, sono arrabbiato e mi sfogo con il cibo..
 
4.     La presentazione del piatto: porzioni contenute e ben presentate generano maggiore soddisfazione verso il pasto;
 
5. Una buona compagnia!
 
 
Quando mangiamo, restiamo in contatto con la nostra esperienza.
Mangiamo un po’ di tutto, in giusta quantità: i divieti amplificano il nostro desiderio!
Alimentarsi in modo sano favorisce il benessere psicofisico.