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La gestione della collera.
  


Parlare di collera, di rabbia oppure di odio non è la stessa cosa. I processi che sottostanno a queste reazioni coinvolgono circuiti cerebrali diversi, che si sono sviluppati nel corso dell'evoluzione per far fronte alle richieste dell’ambiente e agli avvenimenti del mondo esterno.

La capacità di provare collera deriva da processi impliciti e per questo inconsapevoli; diverse circostanze possono attivare incondizionatamente questo tipo di risposta, ad esempio una limitazione della possibilità di movimento di una persona. La collera è connessa con la soddisfazione dei bisogni, se questi non sono soddisfatti, può generarsi all'interno dell'organismo un'attivazione dei circuiti della collera. Questo accade anche quando i nostri desideri sociali sono frustrati: ad esempio, nella rivalità tra fratelli, i primogeniti possono iniziare a provare sentimenti di questo tipo verso il fratellino nascituro, per paura che porti via l'amore dei genitori, oppure nei rapporti tra adulti (ma non solo), la gelosia può portare a reazioni esagerate, causate dalla presenza di una forte attivazione dei circuiti della collera. Il processo che interviene successivamente è quello che genera la rabbia; questo è controllato dai circuiti legati alle emozioni (limbici). La rabbia è consapevole e diretta verso un oggetto che verosimilmente è percepito come la causa dell'attivazione corporea provocata dalla collera. L'odio, infine, è un processo che riflette l'attività di circuiti superiori di pensiero, che generano la risposta in seguito ad elaborazioni e valutazioni della situazione che sono consapevoli, riflessive e tendenzialmente non impulsive; possono portare ad azioni aggressive, sia sul piano fisico, che su quello morale, ma in altri casi permettono anche di esercitare un controllo consapevole sulle risposte impulsive provenienti dagli altri circuiti (ad esempio possono bloccare una reazione violenta).
Questi processi e i loro circuiti sono organizzati in modo gerarchico, le strutture più profonde (circuito della collera) e più antiche sono più importanti e hanno una maggiore influenza nella generazione di azioni di tipo aggressivo, rispetto ai circuiti localizzati nelle aree superiori del cervello (circuiti limbici delle emozioni e processi superiori di pensiero).
"Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile; ma arrabbiarsi con la persona giusta, e nel grado giusto, e nel modo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile."
Aristotele (320 a.C.)
 
Una crisi di collera si può definire come una reazione eccessiva e inappropriata alla situazione che l’ha scatenata (solitamente un episodio banale); la rabbia è espressa in modo esplosivo e incontrollato, senza la mediazione della ragione. Talvolta è possibile che i pensieri intervengano nella crisi, mantenendo attivo lo stato di collera o addirittura fomentandolo. La collera può sfociare in atti fisicamente aggressivi (più frequenti tra gli uomini), oppure tramite altri tipi di aggressività, ad esempio quella verbale (più frequente tra le donne).
 
Esplosioni di collera ripetuta sono lo specchio di una sofferenza interiore; capita spesso che le persone si arrabbino a causa di esperienze vissute nella loro storia personale, che le hanno particolarmente ferite e alle quali sono sensibili. I motivi che portano alla reazione di collera possono essere diversi, sono elaborati dai circuiti di pensiero e possono avere l'obiettivo di attirare l'attenzione di un'altra persona o di mostrare la propria sofferenza. Nella maggior parte dei casi, però, la collera fa sentire male. Non si percepisce il controllo su di sé, le reazioni e comportamenti fluiscono spontanei e sembrano inevitabili. Ci sono anche situazioni in cui queste reazioni possono offrire una sensazione positiva e di sollievo, ad esempio quando si utilizza la collera in maniera difensiva, ma nell'esperienza quotidiana sono meno frequenti.

Autocontrollo e gestione della collera.
 
I pensieri possono rinforzare la collera, attraverso l’odio e il desiderio di vendetta, ma un’importante strategia che si può mettere in atto tramite i processi di pensiero è quella di gestione e autoregolazione della rabbia. Infatti, i processi di pensiero interagiscono con i circuiti che attivano la collera; questa, se repressa, aumenta e diventa incontrollabile, ma se sfogata in azioni positive (ad esempio, facendo sport) o mitigata da strategie di autodisciplina e autoregolazione, può essere espressa ugualmente, in maniera meno dirompente e dannosa (ad esempio, comunicando ad un’altra persona se un suo comportamento ci fa star male).
 
William Blake (1937) scriveva a questo proposito: “Ero adirato col mio amico, dissi la mia ira, la mia ira finì; ero adirato col mio nemico, non la dissi, la mia ira crebbe”.
 
È sicuramente più semplice parlare con persone vicine e amiche dei propri sentimenti e debolezze, ma la gestione della collera è utile e richiesta da diversi contesti della vita quotidiana, e spesso sono proprio i contesti meno amicali che necessitano di un maggiore autocontrollo. Questo può avvenire tramite misure preventive, che sono attuate quando si ritiene che una determinata situazione possa essere particolarmente attivante; oppure conoscendo gli effetti che questa ha già scatenato nelle esperienze passate. È importante avere consapevolezza che alcuni eventi possano attivare una reazione di collera più di altri. Un altro modo per intervenire sulla collera consiste nell’utilizzo di strategie riparative, come il controllo della respirazione o l’utilizzo del pensiero riflessivo; questo permette di valutare le possibili conseguenze dannose di alcuni comportamenti, che altrimenti sarebbero messi in atto in maniera impulsiva.
 
Gli avvenimenti del contesto sociale o privato sono valutati dai processi di pensiero, che radunano ed elaborano le informazioni provenienti dalle sensazioni e dall’attivazione emotiva, formulando una risposta comportamentale. Questa risposta può essere più o meno elaborata e quindi più o meno impulsiva; talvolta, l’attivazione corporea ed emotiva è talmente alta che provoca una reazione ancora prima che, a livello di pensiero, si inizi ad elaborare una risposta comportamentale, più adeguata al contesto in cui si sta operando.
 
Per questi motivi è importante saper riconoscere cosa attiva determinate reazioni e allenarsi a controllare quelle più dirompenti, ma anche interrogarsi sulla possibilità di mettere in atto soluzioni e comportamenti alternativi, più efficaci e con maggiori benefici, rispetto a quelli usuali. La ricerca di spiegazioni e soluzioni alternative può riguardare sia le cause, che gli effetti della collera, ma non è semplice. Analizzare ciò che potrebbe scatenare questa reazione e trovare modalità di autocontrollo e autoregolazione che causino una minore sofferenza nella persona stessa e negli altri, è un processo che richiede autoconsapevolezza e senso critico, e non sempre può essere portato a termine da soli. Se le difficoltà di controllo sulla collera, sui suoi antecedenti e sulle sue conseguenze persistono nel tempo, potrebbe essere necessario richiedere la consulenza di un professionista.