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La dipendenza affettiva raccontata con la musica
  


Cosa vuol dire essere dipendenti affettivi?

Ci sono persone che nel tempo hanno iniziato a pensare di non avere valore per gli altri, non essere degne d'amore e dell'interesse altrui, si sentono messe da parte.
Quando arriva qualcuno che appoggia gli occhi su di loro, che le regala delle attenzioni, dedicano se stesse all'altro, totalmente, anche solo in cambio di uno sguardo, una carezza, un'attenzione, anche un po' brusca magari..
 
"Che poi mi dici "ti conosco" 
e faccio già parte di te 
Ma come fai poi tu ad amarmi 
se non so farlo io con me. 

Ti siedi qui, mi guardi e poi 
tutto attorno si fa buio 
e non esiste più nessuno."

Colui che fa dono di questi gesti di affetto diventa essenziale, e la sua vicinanza indispensabile, la lontananza insopportabile.. si sente il vuoto..
"Ma poi vai via e non ho più 
il mio paio d'ali 
perché lo porti via con te Vai via da me"

C'è una continua sensazione di non essere compresi nei propri bisogni. Si può essere vicini, ma distanti: ogni piccolo gesto di affetto è una boccata di ossigeno. E si resta fermi.. ad aspettare che l'altro faccia qualcosa che permetta di fare il respiro successivo.
 
"Ogni volta che 
tu mi parli 
a me sembra che 
le speranze siano stese al vento, 
che un bicchiere pieno è mezzo vuoto 
ogni volta che 
tu mi guardi 
io ricordo che 
le parole sono la cornice 
mentre il quadro è altrove e tu lo sai se viaggiamo senza direzione 
pur volendo non mi incontrerai 
ma se ti aspetterò 
sul ciglio senza far rumore 
puoi annullare le distanze che ci separano 
e intanto sopravviverò 
ho messo in tasca un po' del tuo respiro
[...]
 
e qualche bacio di riserva 
per quando mancherai"
 
 
Testi: "Mi porti via da me", "Sul ciglio senza far rumore", di Alessandra Amoroso (2016)