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Cultura autistica e assenza di modelli.
  


Il problema dei modelli.

Crescendo, osservando gli altri e facendo esperienza, si cerca di rispondere alla domanda “Chi sono io?”.
 
Uno dei possibili modi per trovare risposta a questa domanda è guardarsi intorno, confrontarsi con gli altri.
 
 
 
I modelli disponibili però sono dei modelli tipici, ovvero rappresentativi di caratteristiche che, effettivamente, un buon numero di persone posseggono.
 
Questi modelli però non tengono conto delle diversità, in particolar modo, delle diversità che non sono subito visibili.
Avere un cervello e una mente diversi non è immediatamente visibile e comprensibile per gli altri, e inizialmente nemmeno per se stessi.
 
Una seconda strategia, che tenta di dare una risposta alla domanda “Chi sono io?”, consiste nell’adeguarsi alla maggioranza
Nello specifico, la domanda sull’identità a cui si risponde è una variante alla precedente, ovvero: “Chi vorrei essere?”.
 
Pur di sentirsi parte di un gruppo, le persone spesso sono disposte a nascondere, a mascherare, il più possibile ciò che le rende diverse dagli altri.
 
Tutto ciò che non rientra nel modello viene visto come strano e da modificare, e le persone si adeguano a questa convinzione.
 
Perché invece non proporre modelli diversi
che tengano conto delle diversità?